Piazzetta dei Savoni

Nell’area delle sorgenti è ancora leggibile una targa che riepiloga la storia dei luoghi e in particolare della cosiddetta Piazzetta dei Savoni: “Gli studiosi sostengono che il toponimo della località di Triflisco derivi dal latino inter fistula, tra canali d’acqua, ossia tra corsi d’acqua. Questa, infatti, è la peculiarità della zona: i savoni e le sorgenti d’acqua alle quali sono attribuite da secoli proprietà salubri. Già in epoca romana Plinio il Vecchio fa riferimento ad un’acqua medica in prossimità del tempio di Diana Tifatina, l’attuale Basilica di Sant’Angelo in Formis, facendo supporre alla presenza di Terme. Tra il XVI e il XVII secolo il cardinale San Bellarmino, che ebbe modo di frequentare le terme di Triflisco durante un suo soggiorno a Capua, in seguito fece spesso richiesta ai pellegrini di Roma di portargli un poco d’acqua delle sorgenti di Triflisco. Le acque delle polle della zona sono state negli anni oggetto di numerosi studi da parte di diversi Istituti di ricerca. Il più noto è quello dell’Istituto Chimico della Reale Università di Napoli che ne evidenziò le caratteristiche salutari. Esse mostrano caratteristiche prevalentemente locali, con alti flussi di CO2.

Il quindicinale sottolineò in un articolo dell’8 agosto 1909 le proprietà benefiche delle sorgenti di Triflisco. In esso si legge che l’acqua cosiddetta del Salvatore è . Si sviluppò così la consuetudine di , affinché le proprietà dell’acqua aiutassero a fortificare le ossa degli animali. Nel Novecento furono aperti anche alcuni stabilimenti termali, con cabine dotate di vasche che erogavano acqua calda per l’idroterapia, adatta alle malattie reumatiche. Le acque di Triflisco appartengono alla stessa composizione chimica delle acque della falda nella piana di Riardo, zona di transizione verso la piana del fiume Volturno”.

Insomma, un’acqua non certo comune che ha reso per secoli Bellona e Triflisco famose in tutta la Campania.